L'UE raggiunge un accordo sull'ecodesign dei prodotti

di Paul Ploberger, in data 21/12/2023

Il 5 Dicembre, i rappresentanti del Parlamento Europeo, del Consiglio e della Commissione Europea hanno raggiunto un accordo su uno degli atti legislativi più importanti per il settore del ricondizionato: il regolamento sull'ecodesign dei prodotti.

Product design, Foto di Alvaro Reyes - unsplash.com

L'UE raggiunge un accordo sull'ecodesign dei prodotti

Lo scorso Martedì 5 Dicembre, i rappresentanti del Parlamento Europeo, insieme a quelli del Consiglio e della Commissione Europea hanno raggiunto un accordo su uno degli atti legislativi più importanti per noi di refurbed e per l'intero settore: il regolamento sulla progettazione ecocompatibile.

L'obiettivo di tale regolamento è quello di fare chiarezza sul tema dei prodotti non sostenibili partendo dall’origine del problema: la loro progettazione. In breve: questa legge di prossima pubblicazione stabilirà i requisiti su come devono venire progettati i nuovi prodotti in modo che siano più efficienti dal punto di vista energetico e delle risorse, ma anche più durevoli, affidabili, riutilizzabili, aggiornabili, riparabili, riciclabili e di più facile manutenzione.

In un secondo momento, la Commissione pubblicherà criteri specifici per quasi tutti i prodotti presenti sul mercato, le uniche eccezioni sono i veicoli a motore (poiché già coperti da un altro regolamento) ed il settore della sicurezza e della difesa. Le prime categorie di prodotti interessate saranno: ferro, acciaio, alluminio, tessili, mobili, pneumatici, detergenti, vernici, lubrificanti e prodotti chimici.

Per quanto riguarda l’elettronica invece, è molto probabile che farà parte del prossimo gruppo di categorie di prodotto incluse, in quanto è stata rivista di recente.

Ma non finisce qui…

Per la prima volta abbiamo una definizione di "ricondizionamento" nel diritto comunitario! Insieme al resto dei membri di EUREFAS, abbiamo lottato a lungo e duramente per raggiungere questo traguardo e ci siamo (in gran parte) riusciti. L’importanza dell’avere una definizione precisa di cosa si intende per ricondizionamento di un prodotto, sta nel fatto che tutti i testi che verranno pubblicati in futuro, faranno riferimento a questa definizione.

Il documento introduce anche i cosiddetti "passaporti digitali dei prodotti" (DPP), che conterranno informazioni sul prodotto, su quanto tale prodotto è sostenibile o meno e probabilmente anche importanti informazioni su come ripararlo. Il DPP ha un grande potenziale per cambiare le carte in tavola per tutto ciò che riguarda la riparazione, il ricondizionamento ed il riciclaggio dei prodotti, poiché potrà contenere informazioni cruciali che accelereranno e semplificheranno l'intero processo, inoltre renderà i prodotti ricondizionati un'alternativa ancora più attraente rispetto all'acquisto del nuovo e di conseguenza ridurrà drasticamente la nostra impronta ambientale.

La Commissione Europea potrà anche stabilire regole vincolanti che riguarderanno gli appalti pubblici, nei quali verranno promossi prodotti più sostenibili: questa misura avrà un grande potenziale nel ridurre l'impatto ambientale negativo di tutta l’Unione Europea, dato che gli appalti pubblici rappresentano una parte sostanziale delle nostre economie.

Nel documento si fa riferimento anche ad un divieto di distruzione di capi di abbigliamento e calzature rimasti invenduti. Il Parlamento voleva anche estendere questo divieto all'elettronica ma sfortunatamente non è riuscito nell’intento di inserirlo nel testo finale, nonostante ciò, la Commissione valuterà se sarà opportuno estendere questo divieto ad altre categorie di prodotti, aprendo la porta ad una futura espansione.

Il testo contiene anche un riferimento all’idea di “porre fine alle pratiche legate all'obsolescenza programmata", ma non è così esplicito come avevamo sperato per quanto riguarda il “pairing” delle diverse componenti. Nonostante ciò, fa ben sperare il fatto che finalmente esista una definizione di "obsolescenza programmata" nella legislazione UE e che si sia aperta una strada a future regolamentazioni.

Si tratta di una grande vittoria per l’intero settore, non sarà sicuramente la fine di tutti i nostri problemi, ma soprattutto in combinazione con gli ultimi sviluppi riguardanti il “Right to Repair”, è un passo gigante nella direzione corretta.


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